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Posts written by Fedy95

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    Cane Husky diventa un eroe per aver salvato un’escursionista sorda ferita in una caduta

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    Cadere durante un’escursione e rotolare giù lungo il fianco di una montagna per oltre 180 metri è davvero una brutta esperienza. Ed è quello che è capitato alla giovane Amelia Milling, 21 anni, mentre stava facendo un giro in bicicletta in Alaska. Una situazione resa ancora più complicata dall’handicap con cui la ragazza convive: la sordità.

    Smarrita e dolorante, la 21 enne non era però sola. Poco dopo la caduta è stata avvicinata da un quattrozampe che in un primo momento ha scambiato per un lupo, mentre invece era un cane Husky bianco di nome Nanook. E non un cane qualunque, ma un cade da guida così come testimoniava la medaglietta che aveva al collo.

    Grazie alla presenza dell’animale, Milling è riuscita a risalire la montagna e a ritrovare la pista per tornare al luogo dove si era accampata. Lì ha trascorso la notte. Lei nella tenda, il cane fuori. E al suo risveglio, con sorpresa, l’ha trovato ancora lì.

    Da quell’incontro casuale i due sono diventati compagni di viaggio e sono arrivati a un fiume ghiacciato da attraversare. Una nuova e difficile sfida da superare e il primo tentativo non è andato a buon fine: Milling cade e a stento riesce a rimanere a galla. «Ho lottato per riuscire a respirare - racconta la donna ai giornali locali -. Avevo tutto il corpo intorpidito. Non ce la facevo più. Ho cercato di raggiungere un ramo, ma non ci riuscivo. Avevo sempre più brividi e mi sentivo sempre più debole».

    E ancora una volta è Nanook a salvarla: il cane ha afferrato con la bocca le bretelle dello zaino e l’ha aiutata a trascinarsi fuori dall’acqua. Stremata. finalmente Milling si è decisa a chiedere aiuto con il sistema di soccorso satellitare e il giorno dopo la protezione civile l’ha finalmente raggiunta e salvata. E ovviamente il cane, all’arrivo dell’elicottero, era ancora al suo fianco.

    Dopo aver controllato l’indirizzo sul collare, il cane è stato restituito al suo proprietario, Scott Swift, che non si è detto molto sorpreso della generosità e del coraggio del suo quattrozampe perché Nanook ha accompagnato le persone lungo il sentiero per molti anni ed è la seconda volta che salva qualcuno dall’annegamento nel fiume: due anni fa, infatti, una famiglia stava facendo un’escursione quando una bambina ha perso l’equilibrio ed è caduta nel fiume proprio come è capitato a Milling. Ma anche in quel caso Nanook è comparso e ha trascinato la bimba a riva aspettando che la famiglia arrivasse. E la cosa più importante è che il cane non ha mai ricevuto un addestramento specifico: «Lo fa da solo» dice il signor Swift.

    «E’ stato il mio eroe, il mio angelo custode - ha detto Milling salutando Nanook -. Gli ho detto più volte che lo amo. Non lo dimenticherò mai».



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    Uccisione orsa KJ2, fissata l’udienza per il ricorso degli animalisti al Tar contro l’ordinanza della provincia di Trento


    Si terrà il 14 settembre al Tar di Trento l’udienza per esaminare il ricorso presentato da alcune associazioni animaliste contro l’ordinanza firmata dal presidente della Provincia autonoma di Trento (Pat), Ugo Rossi, che disponeva la rimozione o l’abbattimento dell’orsa KJ2.

    «Nonostante l’esecuzione dell’orsa sia già avvenuta - si legge in una nota - l’iter va avanti. Non è stata fissata l’udienza in seduta monocratica d’urgenza, perché è venuto meno il requisito, essendo stata intanto uccisa l’orsa. «Non lasceremo nulla d’intentato affinché sia chiaro in modo definitivo che ordinanze come quella che ha consentito l’uccisione di KJ2 non si possono emettere in alcun modo».

    Il ricorso è stato presentato da Animal Amnesty, Gaia Animali e Ambiente, Lac Trentino Alto Adige/Südtirol, Lida - Lega italiana dei diritti dell’animale, Oipa - Organizzazione internazionale protezione animali e Salviamo gli Orsi della Luna.



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    ho evitato l'immagine, mi rattristava troppo
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    È fallita la fuga dallo zoo della tartaruga gigante: Aboo aveva fatto solo 140 metri

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    Piano piano, senza dare troppo nell’occhio, Aboo aveva approfittato dello zoo a porte aperte e aveva messo in atto la sua fuga. La seconda in due settimane. Ma anche questa volta è durata poco.

    Protagonista di questa storia è una tartaruga gigante “ospite” dello zoo Shibukawa, in Giappone. Il primo agosto scorso la sua fuga era stata immortalata dalle telecamere di sicurezza. Ma la femmina di 35 anni, e 55 kg di peso, si era allontanata di soli 140 metri ed era rimasta nascosta sotto un albero. Un nascondiglio che sembra aver funzionato per due settimane.

    Gli operatori della struttura erano molto preoccupati per l’animale visto che, sin dalle prime ore, non erano giunte segnalazioni. Una preoccupazione che li aveva portato i responsabili della struttura a promettere un premio di 500.000 yen (circa 3900 euro) a chiunque l’avesse trovata. E a portarsi a casa la “taglia” sono stati Seiichi Tonai, 39 anni, e suo figlio Akira, 15 anni, che, come detto, l’hanno trovata a soli 140 metri dallo zoo, nascosta in una foresta vicina all’ingresso.
    «Sono contento che non sia ferita - dice il signor Tonai -. Useremo i soldi della ricompensa per mangiarci qualcosa di delizioso con la mia famiglia. E rimarrà di sicuro fra i nostri ricordi estivi».

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    Difficile dire se i pochi metri percorsi siano stata una scelta di Aboo, per non allontanarsi troppo dallo zoo, oppure se non ne fosse in grado. Quel tipo di tartaruga gigante, in effetti, in circa 16 giorni avrebbe potuto allontanarsi di circa una sessantina di chilometri, considerando le pause per le dormite notturne e gli spuntini quotidiani.

    «Siamo felici di averla trovata sana e salva e che possa tornare nella struttura dove è molto amata dai bambini - dicono i responsabili dello zoo -. Cercheremo di mettere in atto nuove misure perché non capiti di nuovo».




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    Davvero un bel posto, sarebbe bello visitarlo. Non immaginavo ci fossero così tante varietà di fiori , inoltre le anatre mandarine sono davvero carine, non le conoscevo.
    Topic molto chiaro, bel lavoro.
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    Bombe per trovare il petrolio nel santuario delle balene
    Sardegna, Corsica e Montecarlo alleate contro il progetto di una società norvegese

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    Un’esplosione ogni dieci secondi, 24 ore su 24 con navi capaci di bombardare il mare: sparano cannonate d’aria compressa che in pochi secondi raggiungono i tremila metri di profondità. Dalla «reazione» del fondale si capisce se c’è un giacimento di gas o di petrolio. Poi si possono fare carotaggi

    Ci sono persino le orche, ma avvistarle non è sempre facile. Le balene, i delfini, i capodogli e le stenelle fanno la loro nuotata quotidiana tra le imbarcazioni che ogni giorno attraversano il loro santuario. Tra Sardegna, Corsica, Liguria e Toscana i cetacei di tutto il Mediterraneo hanno trovato un riparo sicuro: una specie di rifugio in cui fermarsi durante i grandi viaggi. Ci sono anche le tartarughe marine, quelle che sempre più spesso scelgono le nostre spiagge per deporre le uova e ripetere una riproduzione che ogni volta sembra miracolosa. Nel paradiso del silenzio ora incombe il pericolo di un bombardamento violento: un assalto sottomarino che ha l’obiettivo di cercare (e magari estrarre) petrolio e gas. Nel blu più profondo, a 24 miglia dalle coste della Sardegna, una società norvegese è convinta di trovare un tesoro. E lo vorrebbe sfruttare al più presto. Con un metodo che gli esperti chiamano “air-gun”: bombe di aria compressa, da sparare a ripetizione sui fondali, a un’intensità sonora che potrebbe variare tra i 240 e i 260 decibel. Una potenza assordante, che in natura – spiegano gli scienziati – può essere superata soltanto dai terremoti o dai vulcani sottomarini.

    Per i giganti del mare, dicono i biologi, le bombe d’aria possono provocare effetti più gravi di un violentissimo sisma. Assediati dagli spari, cetacei e tartarughe rischiano di perdere l’orientamento e così il grande parco può trasformarsi in una specie di deserto marino. Il progetto della società Tgs-Nopec comprende un tratto di mare enorme: 20.900 chilometri quadrati, dalla costa di Propriano fino al Golfo di Oristano, sfiorando anche le acque cristalline intorno all’Asinara. Una fetta di azzurro che confina con il Santuario dei Cetacei, istituito nel ’91 grazie all’accordo tra Italia, Francia e Principato di Monaco. E proprio i tre governi ora si uniscono per tentare di fermare il bombardamento ad aria compressa. Il ministero dell’Ambiente sta completando l’iter della valutazione d’impatto ambientale, ma in attesa che da Roma si prenda una decisione, nasce il fronte comune tra Corsica, Sardegna e Principato di Monaco. «Dobbiamo lavorare – dice il presidente corso Gilles Simeoni – per un divieto totale di tutti i nuovi permessi di ricerca o sfruttamento di idrocarburi nel Mediterraneo. Le esplorazioni off-shore potrebbero danneggiare gravemente il santuario marino protetto Pelagos. Un incidente sulle piattaforme di trivellazione potrebbe causare un disastro ecologico, economico e sociale». «Siamo con la Corsica in questa battaglia – sottolinea da Cagliari, il governatore Francesco Pigaliaru – Un progetto di prospezione geofisica nei nostri mari potrebbe provocare gravi rischi per tutto l’ambiente marino limitrofo alle coste».

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    I biologi Gabriele Costa e Greca Calamita dell’Università di Sassari hanno fatto uno studio: «I mammiferi marini sono i soggetti più sensibili, ma non gli unici a subire gli effetti dei bombardamenti. Le conseguenze più semplici da prevedere per le varie specie sono numerose: cambiamenti nel comportamento, elevato livello di stress, indebolimento del sistema immunitario, allontanamento dall’habitat, temporanea o permanente perdita dell’udito, morte o danneggiamento delle larve dei pesci e degli invertebrati marini».

    I norvegesi rassicurano. «L’area di indagine - scrive la Tgs-Nopec nella relazione tecnica allegata alla richiesta - è stata studiata in modo tale che le operazioni si svolgano in un’area posta entro una linea di rispetto di 15 miglia dal confine meridionale dell’Area marina protetta». «Non basta – ribatte l’assessore all’Ambiente della Sardegna, Donatella Spano – La Regione applica il principio di precauzione, dal progetto non si evince chiaramente quali possono essere gli effetti e quanto sia alto il rischio: questo già basta per fermare tutto». Gli ambientalisti hanno già presentato le loro osservazioni e chiedono al ministero dell’Ambiente di bloccare il piano: «Non è la prima volta che ci provano – dice Stefano Deliperi del Gruppo d’intervento giuridico – Lascino vivere in pace balene, delfini e tartarughe».





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    Un gatto paralizzato ritorna a muoversi anche contro il parere del veterinario

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    Hannah Shaw, responsabile dell’associazione Lady Kitten, si era recata in un rifugio per portar via due gatti orfani, ma non è riuscita a non notare la piccola Chloe, una micetta che non poteva usare le zampette posteriori. Così quel giorno la donna è tornata a casa con tre felini.

    Chloe non ha impiegato molto a fidarsi della sua nuova amica umana e non si è solo accontenta delle coccole: «A lei piace essere sollevata dalle zampette posteriori così da potersi muovere con quelle anteriori ed esplorare il mondo che la circonda».

    Una visita dal veterinario ha evidenziato le fratture che aveva subito delle fratture alla schiena: «Non poteva usare le zampe posteriori, al massimo poteva trascinarle. E secondo i medici era molto improbabile che avrebbe potuto usarle. L’unica speranza arrivava dalla sensibilità che aveva nelle zampe: se si sentiva schiacciare le dita, le spostava prontamente» spiega Hannah.

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    Così la signora Shaw non si è arresa e ha deciso di fare di tutto per aiutarla perché la voglia di vivere di Chloe era troppo grande per non provarci.

    «Ho parlato con una donna incredibile che mi ha suggerito di darle una scatola per scorrere dentro. Chloe si è letteralmente lanciata verso la scatola e ha iniziato a giocare. Io sono scoppiata a piangere».

    Shaw ha consultato molti medici per trovare le migliori soluzioni per aiutare la sua gattina e recentemente ha iniziato anche l’agopuntura e tecniche di elettromagnetiche. Pratiche che Chloe ha affrontato al meglio: durante le terapie si addormentava abbracciata al suo alpaca di peluche. Poi un giorno il risultato tanto atteso: «Ha cominciato a scalciare con le gambe, a muovere la coda e si è anche alzata. È stato qualcosa di incredibile. Una prima e piccola vittoria su una strada ancora lunga. Ma ora siamo più ottimisti sul futuro».

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    Con amore e determinazione, la piccola Chloe sta battendo le probabilità negative. «Una paralisi non riuscirà a fermarla»





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    In North Carolina ha aperto un museo sui gatti, per i gatti

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    Un museo sui gatti per i gatti. E' l'idea avuta dal dottor Harold Sims, presidente e fondatore di Catman-2 Cat Shelter, ente che si occupa della cura veterinaria pro bono per mici in difficoltà.

    Il veterinario è anche un collezionista e per sostenere l'attività crescente del rifugio ha deciso di aprire al pubblico una galleria di quadri, sculture e accessori raccolte in trent'anni di carriera.

    Nasce così nell'Old School Antique Mall di Sylva, in North Carolina, The American Museum of the House Cat. E il biglietto d'ingresso - ad offerta libera - servirà a finanziare l'attività del rifugio, che da anni si prende cura dei gatti più bisognosi.
    Da quello che si può leggere nella descrizione, in mostra si possono trovare oggetti più unici che rari, alcuni addirittura di fine Ottocento, tutti a tema gatto: si va dai quadri, alle pubblicità d'epoca, ai giochi, alle sculture e chi più ne ha più ne metta, basta che ci siano baffi e coda.

    Il museo vuole anche essere un «centro culturale, dove bambini e adulti potranno conoscere e la storia del gatto, dalle origini alla migrazione in tutto il mondo e di come il gatto sia diventato domestico interagendo con l'uomo nei secoli».

    E mentre si fa visita al museo, perché no, si può cogliere l'occasione per far visita al rifugio, dove sono presenti tanti gattini alla ricerca di una famiglia amorevole e di una casa per la vita.

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    Occasionalmente divora anche esseri umani, sia vivi che morti, disseppellendone i cadaveri dai cimiteri.

    Oddio che cosa macabra ...
    Comunque ottimo topic, chiaro e scorrevole, non pensavo fossero così grandi e che le femmine fossero così poche.
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    Interessante, come già scritto è davvero simpatico come animale e anche un pochino buffo :)

    credo sia un errore xD
    Troviamo la Pulcinella di mare è stato anche usato
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    Davvero molto utile e interessante, mi è piaciuta molto la parte sull'alimentazione dei cuccioli.
    Grazie Ruth per questo bel topic.
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    Tra le due razze preferisco la Huacaya per il manto pelosone e riccioso come quello delle pecore , che secondo me lo rende più tenero rispetto all'altra razza. Ottimo topic, interessante, chiaro e scorrevole. - pollice in su-
284 replies since 16/1/2015
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