La Cordigliera delle Ande settentrionali

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  1. Ruthie
     
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    LA CORDIGLIERA DELLE ANDE SETTENTRIONALI

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    ***Vi rimando anche alla lettura del topic sulle Ande Centrali ***
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    ORIGINI
    Soltanto nella sua parte settentrionale la catena delle Ande si divide formando tre distinte catene o cordigliere (chiamata anche Cordigliera Colombiana) dalle pendici ricoperte di fitte foreste e divise da profonde e irte vallate. La divisione inizia ai confini tra Ecuador e Colombia, appena a nord dell'equatore e prosegue, sempre verso nord, in linea parallela:

    1. La Cordigliera occidentale segue la costa in direzione di Panama, e comprende una catena continua di montagne, alcune delle quali superano i 4000 metri;

    2. la Cordigliera centrale si spinge al centro della Colombia e, nonostante abbia la stessa lunghezza della precedente, è molto più alta. Alcune sue cime maggiori sono vulcani che superano i 5000 metri, avvolti da nevi perenni

    3. La Cordigliera orientale è la più lunga e tende a ramificarsi in direzione nord-est. Anch'essa ha montagne torreggianti e, ai confini con il Venezuela, si divide nuovamente con un ramo diretto in questo stato e un altro orientato a nord, in direzione dei Caraibi. A destra della costa sorge infine un'altra catena isolata, la Sierra Nevada de Santa Marta, che con i suoi 5775 metri è la cima più alta di tutta la Colombia.

    Le tre Cordigliere segnano il confine settentrionale delle Ande che si estendono per tutto il Sud America.
    Sono molti i fiumi che hanno scolpito la Cordigliera colombiana. Alcuni si dirigono verso il vicino oceano Pacifico, altri scorrono nelle vaste pianure create dal Rio delle Amazzoni e dall'Orinoco. Quelli che discendono dalla Cordigliera centrale terminano il proprio corso in uno dei due fiumi diretti verso nord, il Magdalena e il Cauca. Questi si snodano paralleli per alcune centinai di chilometri prima di riunirsi e sfociare nel mar dei Caraibi.


    TERRITORIO
    Le tre Cordigliere delle Ande colombiane sono caratterizzate dalla presenza di habitat molto diversi.
    Nelle valli che si aprono tra le montagne, la foresta pluviale si sviluppa rigogliosa sotto il sole equatoriale. La foresta risale lungo i pendii, mentre la temperatura diminuisce con l'incremento dell'altitudine. Umidità e piogge aumentano dando vita alla foresta umida. Il vapore che sale dalle foreste sottostanti si condensa e avvolge la foresta di vapori e nebbie che perdurano per tutta la maggior parte del giorno e, talvolta, anche della notte dando vita alle foreste tropicali nebbiose.
    Più oltre c'è il regno del paramo, ecosistemi di montagna tipici delle Ande, simili a delle steppe, che si sviluppano da altitudini di approssimativamente 2900 metri s.l.m. fino alla linea di nevi perpetue, approssimativamente 5000 metri s.l.m. Qui dominano ammassi di erbe coriacee e arbusti che si elevano per 4-5 metri sopra il sottobosco. L'alta quota fa si che il paramo sia spesso interessato da gelate notturne, ma nonostante questo vi crescono fiori che vengono impollinati da api e colibrì.


    sopra: foresta tropicale nebbiosa della Valle del Cocora (Colombia)




    FAUNA
    Picchi vertiginosi, ampie vallate, arditi pendii e pianure, tutti avvolti dalla luce e dalla pioggia dei tropici, ospitano una straordinaria varietà di forme di vita tra le Cordigliere colombiane.

    - MAMMIFERI
    La foresta che si addensa alle pendici delle Ande ospita gran parte delle specie di mammiferi tipici del Sud America. Questo è il regno delle scimmie scoiattolo (Saimiri sciureus) e degli atelidi (genere Ateles), dei bradipi bi e tridattili (generi Choloepus e Bradypus), del tapiro brasiliano (Tapirus terrestris) e del suo principale nemico, il giaguaro (Panthera onca). Alcuni di questi diffusi animali vivono anche nelle foreste di montagna. I ripidi pendii e il clima più fresco non costituiscono infatti un ostacolo per la scimmia urlatrice rossa (Alouatta seniculus), il coati detti anche nasua (genere Nasua e Nasuella) o il cervo dalla coda bianca (Odocoileus virginianus).
    Alcune specie di pianura sono presenti anche nella parte più alta della foresta umida e nel paramo, abitato da animali specializzati. Tra questi vi è il paca, un grosso roditore, di cui una specie vive nei freddi climi del paramo (paca di montagna, Cuniculus taczanowskii), l'altra è invece tipica delle foreste di pianura (Cuniculus paca). Entrambe sono erbivore e, se minacciate, cercano scampo nell'acqua, dove restano immerse per alcuni minuti in attesa che cessi il pericolo.
    Tre rari ed elusivi mammiferi che vivono nelle zone più elevate sono il tapiro delle Ande (Tapirus pinchaque), l'orso dagli occhiali (Tremarctos ornatus) e il coati di montagna o nasua di montagna (Nasuella olivacea). Ognuno di questi sembra dividere il proprio tempo tra la foresta umida e gli habitat aperti del paramo, ma molti aspetti della loro biologia restano tuttora sconosciuti. Il tapiro e l'orso dagli occhiali sono animali notturni con un fitto mantello che li protegge dal gelo della notte. Il nasua di montagna ha grossi unghioni con cui porta allo scoperto gli insetti.


    sopra: Giaguaro (Panthera onca)



    - UCCELLI
    Dalle foreste di pianura ai pascoli aperti delle cime, le cordigliere della Colombia ospitano una grande varietà di uccelli, molti dei quali hanno piumaggi coloratissimi. Tra i più grossi e spesso rosseggianti abitanti delle foreste di pianura vi sono l'ara scarlatta (Ara macao), l'avvoltoio reale (Sarcoramphus papa) e il motmot capoblu (Momotus momota). Centinaia di specie di uccelli vivono dalle pendici delle montagne fino ai limiti estremi della foresta umida, e tra questi vi è il gregario pappagallo testazafferano (Pyrilia pyrilia).
    Ma le foreste umide ospitano un gran numero di uccelli tipicamente adattati al clima e alle risorse offerte dalle montagne. Per esempio la zona subtropicale ospita il tangara faccia di fiamma (Tangara parzudakii) e il tangara di Heinei (Tangara heinei), il tucanetto smeraldino (Aulacorhynchus prasinus), il tucano becconero (Ramphastos ambiguus) e il parrocchetto frontescarlatta (Psittacara wagleri). I pendii rocciosi più impervi e costellati da radici rampicanti sono l'habitat preferito del galletto di roccia delle Ande (Rupicola peruvianus). Più in alto, dove la foresta lascia il posto ad una boscaglia di alberi bassi, bacche e germogli offrono cibo abbondante ai tangara colloblu (Tangara cyanicollis) e al guan delle Ande (Penelope montagnii).
    I colibrì (famiglia Trochilidae) non sono solo i più piccoli, ma anche tra i più diversificati degli uccelli delle cordigliere. Ve ne sono oltre 100 specie, distribuite in tutte le fasce d'altitudine. L'eremita verde (Phaethornis guy) e il colibrì collobianco (Florisuga mellivora) prediligono le zone di pianura, mentre il becco di lancia fronteverde (Doryfera ludovicae) è più comune nella foresta umida. Il paramo ospita invece il colibrì gigante (Patagona gigas), che può raggiungere i 20 cm di lunghezza.


    sopra: tangara faccia di fiamma (Tangara parzudakii)



    - RETTILI E ANFIBI
    I rettili e gli anfibi non si adattano facilmente alle alte quote e per questo sono rappresentati, a partire dai pendii e andando a salire, da un numero limitato di specie, soprattutto se paragonato a quello di serpenti, lucertole e rane che proliferano, invece, nella foresta di pianura, fra cui si trovano i boa costrittori (Boa constrictor) e le anaconde (genere Eunectes), oltre a raganelle (genere Hyla), salamandre (genere Salamandra) e iguane (genere Iguana).
    Gli animali che vivono a quote elevate sono però, proprio per questo, i più interessanti. La lucertola Anolis heterodermus è un membro pigro della famiglia delle iguane, che vive nella foresta umida e nel paramo ad altezze comprese tra 1800 e 3700 metri. Le alte Ande sono la patria di alcune specie di rospi del genere Atelopus. Questi abitanti di stagni e terraferma si muovono lentamente pur sviluppandosi molto rapidamente da giovani, tanto da schiudere in 24 ore e trasformarsi in adulti in sole tre settimane.


    sopra: Boa constrictor

     
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